lunedì 30 gennaio 2012

nuova grafica


vi piace la nuova grafica?
ditemi di si!

avviso:
ogni giorno ho molte visite e vi ringrazio.
ma nessun commento :( 
se volete lasciatene uno :D

lunedì 23 gennaio 2012

presto nuova grafica-cercasi collaboratrici

presto farò una nuova grafica :D
poi sto cercando delle collaboratrici perchè cm vedete nonj aggioron molto.

mercoledì 11 gennaio 2012

la rosa


La rosa, della famiglia delle Rosaceae, è un genere che comprende circa 150 specie, numerose varietà con infiniti ibridi e cultivar, originarie dell'Europa e dell'Asia, di altezza variabile da 20 cm a diversi metri, comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o solitari, semplici o doppi, frutti ad acheniocontenuti in un falso frutto (cinorrodo); le specie spontanee in Italia sono oltre 30, di cui ricordiamo laR. canina (la più comune), la R. gallica (poco comune nelle brughiere e luoghi sassosi), la R. glauca(frequente sulle Alpi), la R. pendulina (comune sulle Alpi e l'Appennino settentrionale) e la R. sempervirens.
Il nome, secondo alcuni, deriverebbe dalla parola sanscrita vrad o vrod, che significa flessibile. Secondo altri, invece, il nome deriverebbe dalla parola celtica rhood o rhuud, che significa rosso.

Già nell'antichità la coltivazione della rosa era diffusissima, sia come piante ornamentali che per le proprietà officinali ed aromatiche con l'estrazione degli oli essenziali.
Sono state le specie spontanee che hanno fornito nel passato le prime varietà coltivate; come la R. canina arbusto con fiori semplici di colore rosa-pallido e steli ricoperti di spine uncinate; e la R. gallica di piccole dimensioni con rami poco spinosi, con fiori semplici color rosa-intenso, che diedero origine a forme dal fiore doppio, non rifiorenti.
Roseto
Alla fine del 1700, fu introdotta in Europa la R. semperflorens nota come Rosa del Bengala dai fiori piccoli e riuniti in mazzetti, rifiorente, con varietà a fiore semplice o semi-doppio di vari colori.
All'inizio del 1800 fu introdotta in Europa la R. indica var. fragransnota col nome di Rosa Teaoriginaria della Cina e nota anche come R. chinensis dai fiori doppi e rifiorenti.
Dagli incroci tra R. gallica e R. indica var. fragrans si ottennero nel 1840 gli ibridi rifiorenti, che sostituirono rapidamente le varietà fino ad allora coltivate, con fiori grandi, pieni, rami lunghi e forti con grosse spine, rustiche, alcune varietà di questo gruppo vengono ancora oggi coltivate, mentre le varietà meno rustiche poco resistenti al freddo, con chioma troppo fitta e steli deboli non in grado di sopportare il peso dei fiori, della R. indica fragrans furono presto abbandonate.
Le varietà di R. indica incrociate con gli 'ibridi rifiorenti' diedero vita a nuove varietà inserite nel gruppo degli Ibridi di Tea, piante molto fiorifere rispetto agli 'ibridi rifiorenti', e più rustiche della 'rosa tea', con un portamento intermedio tra le specie d'origine; ancora oggi vengono coltivate alcune varietà di questo gruppo, dai fiori molto colorati con o senza profumo.
Sempre nei primi anni dell'Ottocento, da un incrocio occasionale tra R. indica e R. gallica ebbe origine la R. borbonica, oggi praticamente scomparsa, pianta vigorosa, rustica, con rami poco spinosi, fiori grandi a forma appiattita, con petali più corti al centro.
Un bocciòlo di rosa
Nel 1900 un floricoltore di Lione (tale Pernet Ducher) ottenne, incrociando gli 'ibridi rifiorenti' con la R. lutea, specie spontanea del medio-oriente, arbusto dai fiori semplici di colore giallo, che sbocciano a giugno, coltivato da secoli nel mediterraneo, un ibrido che riuniva le caratteristiche delle specie originarie, con rami rifiorenti, lunghi e vigorosi, molto spinosi, foglie lucenti e dentate, fiori non molto grandi, doppi, di colore variabile tra il giallo e l'arancio, incrociando questi ibridi di R. lutea con gli 'ibridi tea', si ottenne un gruppo di rose denominateIbridi di Lutea o R. pernetiana, ancora oggi coltivati.
Non è certa invece l'origine delle Rose Polyantha cespugliose e di modesto sviluppo, con fioritura durante tutto il periodo vegetativo, probabilmente frutto di un incrocio occasionale tra la R. multiflora una specie sarmentosa non rifiorente, originaria di Cina e Giappone, e gli 'ibridi tea'. Le rose polyantha hanno goduto di una notevole diffusione nei giardini per aiuole e bordi, grazie all'abbondante e continua fioritura.
Rosa var. Meillandina allevata in vaso di terracotta
Le varietà di 'rose sarmentose' derivate dalla R. multiflora hanno mantenuto il carattere non rifiorente della specie originaria, sono piante forti, decorative, con abbondante fioritura, fiori piccoli, doppi, riuniti in mazzetti che ricoprono totalmente i rami, particolarmente sensibili all'oidio.
Molto simili sono gli ibridi originati dalla R. wichuraiana originaria dell'estremo oriente, che si distinguono per il fogliame più liscio e brillante.
Dall'incrocio di questi ibridi con varietà a fiori grandi, si sono ottenuti 'ibridi sarmentosi' a fiori grandi, talvolta profumati, rifiorenti o meno, poco rustici, derivano dalle specie che hanno dato origine alle rose cespugliose a fiori grandi, cioè la R. indica fragrans, la R. lutea, la R. semperflorens, la R. gallica etc., da alcune varietà di 'rose cespugliose' sono state selezionate 'rose sarmentose' con fiore simile all'originale, che vengono chiamate Rose Climbing.
Sempre tra le 'rose sarmentose' citiamo quelle ottenute da Filippe Noisette all'inizio del 1800incrociando la R. muschata e la R. indica fragrans chiamate Rose Noisette, sono piante vigorose, rifiorenti, sufficientemente rustiche, con fiori profumati di medie dimensioni, spesso riuniti in vistosi mazzi.
Da ultimo citiamo due specie originarie di Cina e Giappone: la R. banksiae , sarmentosa, adatta alle zone con clima temperato, in quanto resiste poco al gelo, ha lunghi rami ricurvi, ricoperti in primavera da piccoli fiori profumati riuniti in mazzetti; e la R. rugosa, caratterizzata da fusti con moltissime spine lunghe e sottili, piante vigorose, a foglie composte da molte foglioline di colore verde brillante superiormente, grigiastre sulla pagina inferiore, i fiori semplici, semidoppi e doppi, a seconda della varietà, molto profumati..
Le numerosissime cultivar oggi in commercio sono state ottenute da complesse e spesso segrete operazioni di poli-ibridazione che ne rendono difficile la classificazione anche dal punto di vista florovivaistico.

Come pianta ornamentale nei giardini, per macchie di colore, bordure, alberelli, le sarmentose o rampicanti per ricoprire pergolati, tralicci o recinzioni, le specie nane dalle tinte brillanti e con fioriture prolungate per la coltivazione in vaso sui terrazzi o nei giardini rocciosi.
Industrialmente si coltivano le varietà a fusti eretti e fiori grandi, per la produzione del fiore reciso, che occupa in Italia circa 800 ettari, localizzati per oltre la metà in Liguria, il resto in ToscanaCampania e Puglia.
I petali vengono utilizzati per le proprietà medicinali, per l'estrazione dell'essenza di Rosa e degli aromi utilizzati in profumeria, nell'industria essenziera, nella cosmetica, pasticceria e liquoristica. È una delle basi immancabili più utilizzate in profumeria.
Come pianta medicinale si utilizzano oltre ai petali con proprietà astringenti, anche le foglie come antidiarroico, i frutti ricchi di vitamina C diuretici, sedativi, astringenti e vermifughi, i semi per l'azione antielmintica, e perfino le galle prodotte dagli insetti del genere Cynips ricche di tannini per le proprietà diuretiche e sudorifere.
In aromaterapia vengono attribuite all'olio di rosa proprietà afrodisiachesedativeantidepressiveantidolorificheantisettiche, toniche delcuore, dello stomaco, del fegato, regolatrici del ciclo mestruale.[2]
Le giovani foglie delle rose spontanee servono per la preparazione di un tè di rosa

Metodi di coltivazione [modifica]

Il Giardino delle Rose a Firenze
Si adatta a qualunque tipo di terreno purché lavorato in profondità, ben concimato con stallatico maturo. Le piante vengono collocate a dimora in autunno o alla fine dell'inverno nelle zone con forti geli, la concimazione si effettua all'inizio della ripresa vegetativa, incorporando nel terreno letame maturo.
La potatura delle piante è importantissima per una buona fioritura.
Le varietà rifiorenti non destinate alla forzatura, si potano alla fine dell'inverno o inizio primavera, togliendo i rami vecchi e accorciando quelli nuovi lasciando da 2 a 6 gemme per ramo a seconda del vigore e varietà, generalmente le potature energiche favoriscono la fioritura ad esclusione delle varietà molto vigorose per cui vale la regola contraria.
Nelle specie rifiorenti si eliminano man mano i rametti che hanno già fiorito per stimolare la produzione di nuovi fiori.
Le rose Polyantha vanno potate a fine inverno, dopo la prima fioritura di maggio e nelle fioriture successive fino all'autunno.
Le 'rose sarmentose' non rifiorenti, come gli ibridi di R. wichuraiana che hanno forti cacciate, lunghe anche alcuni metri, richiedono l'eliminazione dei rami di 3 anni, la curvatura delle cacciate di 1 anno, che fioriranno nell'anno successivo.
Le 'rose rampicanti' rifiorenti, vanno potate in base al vigore vegetativo, asportando i rami vecchi (legno vecchio) e raccorciando i rami nuovi.
La moltiplicazione avviene di norma per talea di getti dell'anno già lignificati e piantati in cassone a fine estate, o per innesto ad occhio vegetante in primavera estate.
Nelle coltivazioni industriali con le varietà coltivate per il fiore reciso, viene praticato l'innesto su soggetto R. indica var. major che fornisce al nesto il giusto vigore.
Per avere piante resistenti alla siccità o al gelo si utilizza come soggetto la R. canina ottenuta con la semina, ottenendo però oggetti poco vigorosi e a scarso sviluppo.

      • Afide grande - adulti e neanidi di Macrosiphum rosae attaccano le parti più tenere della pianta, in special modo i boccioli
      • Bianca rossa - la specie Chrysomphalus dictyospermi attacca in numerose colonie rami e foglie, insediandosi lungo le nervature della pagina inferiore delle foglie causandone il disseccamento e la caduta.
      • Ceroplaste - adulti e larve di Ceroplastes rusci provocano grave deperimento di rametti e foglie con vistosi cali produttivi.
      • Cicalina - gli adulti di Typlocyba rosae determinano con le loro punture macchie disseccate
      • Cicalina verde - la femmina di Cicadella viridis danneggia i rametti incidendoli per l'ovideposizione
      • Cocciniglia - le piante dalla chioma troppo fitta vengono facilmente attaccate dalle femmine di Eulecanium corni che ricopre totalmente rami, getti e talvolta anche le foglie
      • Cocciniglia bianca - gli adulti di Aulacaspis rosae ricoprono quasi totalmente i rami
      • Cocciniglia gialla della Camelia - le femmine di Hemiberlesia camelliae ricoperte da uno scudetto giallastro, vive sulle foglie e sul fusto
      • Cocciniglia rossa forte - gli adulti di Aonidiella aurantii vivono sui rami
      • Cocciniglia di S. Josè - la specie Quadraspidiotus perniciosus infesta tutte le parti della pianta con una predilizione per i rami, che ricopre con una crosta fittissima di scudetti; le sue punture provocano macchiolione rossastre sulla parte colpita, e un progressivo deperimento della pianta.
      • Cocciniglia violetta - nelle regioni meridionali d'Italia la Parlatoria oleae si fissa sugli organi epigei della pianta rivestendoli di scudetti di 1-2 mm
      • Iceria - vengono attaccati da Icerya purchasi la pagina inferiore delle foglie e i giovani rametti
      • Lecanio a barchetta - gli adulti di Eulecanium persicae infesta le parti meno soleggiate della chioma, disponendosi in lunghe file lungo i rami.
      • Pulvinaria - le larve di Pulvinaria vitis invadono foglie e giovani rametti, mentre gli adulti preferiscono i rami più grossi
    • Coleotteri
      • Agrilo verde - le larve di Agrilus viridis scavando numerose gallerie nel fusto portano ad un rapido deperimento della pianta; mentre gli adulti si cibano di foglie e fiori
      • Bostrico - le larve e gli adulti di Sinoxylon sex-dentatum scavano gallerie in ogni direzione che possono interessare tutto lo spessore del ramo che facilmente si spezza
      • Buprestide - gli adulti di Coroebus rubi rodono le foglie mentre le larve scavano gallerie nel fusto e nelle radici
      • Carruga - le larve di Phyllopertha horticola si nutrono di erodendo le radici
      • Cetonia dorata - gli adulti di Cetonia aurata erodono i petali e gli organi della riproduzione devastandoli
      • Cetoniella pelosa - l'adulto di Oxythyrea funesta divora i fiori
      • Gracilaria piccola - le larve di Gracilia minuta scavano gallerie irregolari nei rami
      • Vermi del Lampone - le larve di Byturus fumatus e Byturus tomentosus rodono gli organi interni, i petali e a volte i frutticini
    • Lepidotteri
      • Bombice antico - le larve pelosissime di Orgyia antiqua di colore grigio-brunastro rodono le foglie e i frutti
      • Bombice dispari - la larva di Lymantria dispar si nutre del lembo fogliare e delle gemme
      • Brotolomia - le larve di Brotolomia meticulosa attacca le foglie
      • Crisorrea - le larve nerastre di Euproctis chrysorrhoea vivono gregarie a spese delle foglie e dei fiori
      • Portesia - le larve nerastre di Porthesia similis si nutrono delle foglie
      • Tortricide - le larve di Agryrotoxa bergmananani riuniscono con fili sericei le foglie dei germogli costruendo dei nidi nei quali si cibano del parenchima fogliare
    • Imenotteri
      • Megachile - la femmina di Megachile centuncularis taglia porzioni circolari di foglia per la costruzione di nidi scavati nel terreno
      • Monofadno - le femmine di Monophadnus elongatulus depogono le uova alla base dei nuovi getti primaverili, producendo nel punto di introduzione un rigonfiamento, le larve maturando scavano gallerie per nutrirsi del midollo, risalendo verso l'alto, lasciandosi poi cadere al suolo per l'imbozzolamento
      • Rodite - la Rhodites rosae provoca ammassi di piccole galle rotonde, a volte anche di notevole dimensione, dure, legnose, che avvolgono il ramo come un manicotto, che presenta all'esterno lunghi filamenti muscosi di colore verdastro con sfumature rossastre
      • Tentredine - le larve grigio-verdastre di Arge rosae vivono gregarie sulle foglie divorandole, danneggiano anche i giovani rami; dannose anche le ferite prodotte dalle femmine all'atto dell'ovideposizione
      • Tentrenide arrotolatrice - le larve di Blennocampa pusilla arrotolano il lembo fogliare erodendolo all'interno
      • Tentrenide minatrice - le larve di Ardis brunniventris penetrano nei getti e scavano gallerie verso il basso, aprendo successivamente un foro per lasciarsi cadere sul terreno, provocando il disseccamento della porzione di ramo al di sopra della galleria
      • Tentrenide nera - la larva di Cladius pectinicornis divora la pagina inferiore delle foglie, lasciando solo le nervature più grosse
  • Funghi
    • Antracnosi - le foglie attaccate da Sphaceloma rosarum presentano macchie circolari di colore brunastro o porpora, con i margini più chiari, successivamente cadono
    • Cancro bruno - il fusto colpito da Cryptosporella umbrina presenta delle tacche brune al centro e porpora-scuro ai margini; anche le foglie colpite mostrano macchie più o meno grandi di colore porporino
    • Cancro comune dei rami - la Leptosphaeria coniothyrium provoca sui rami lesioni giallastre con sfumature rossastre che nel tempo si approfondiscono screpolandosi e schiarendosi
    • Cancro d'innesto - il punto d'innesto colpito dal Cylindrocladium scoparium presenta la corteccia di aspetto edematoso, con possibile morte della parte superiore
    • Cercosporiosi - i tessuti interessati dall'attacco di Cercospora rosicola presentano macchie bruno-giallognole rotondeggianti isolate che col tempo confluiscono assumendo una colorazione giallo-ocra, cosparse di puntini nerastri fuliginosi; successivamente i tessuti disseccano
    • Maculatura nera - le foglie attaccate da Diplocarpon rosae presentano macchie nere tondeggianti o rotonde, isolate o confluenti, sfrangiate, con la caduta precoce delle foglie e la compromissione della vegetazione e fioritura
    • Marciume dei boccioli - i boccioli attaccati dalla Sclerotinia libertiana si ricoprono copiosamente di muffa grigia, che ricopre petali, calice e pedicello floreale, con conseguente imbrunimento e piegatura dei boccioli; l'infezione è favorita dal clima umido
    • Marciume dell'innesto - la Chaloropsis thielavioides danneggia gli innesti ricoprendo la superficie del taglio con uno strato fungino inizialmente bianco-grigiastro che nel tempo assume un colore olivastro e infine nero; a volte danneggia le radici delle rose stoccate nei magazzini
    • Marsonina - le foglie attaccate da Marssonina rosae presentano macchie nerastre tondeggianti, isolate o confluenti, sfrangiate, con la caduta precoce delle foglie e la compromissione della fioritura e vegetazione
    • Oidio - l'attacco di Sphaerotheca pannosa provoca malformazioni delle foglie che presentano aree clorotiche, spesso ricoperte da una polvere biancastra; dei nuovi getti che presentano sviluppo stentato ricoperti da uno spesso feltro miceliale.
    • Peronospora - l'infezione di Peronospora sparsa causa macchie a forma variabile di colore bruno con orli più scuri, sulla pagina superiore delle foglie, e in corrispondenza sulla pagina inferiore si sviluppa una muffa bianca che può espandersi sul peduncolo e i boccioli, facendo disseccare rapidamente i sepali, con una vegetazione stentata e fioritura compromessa
    • Ruggine - l'attacco di Phragmidium subcorticium provoca sulla lamina fogliare macchie gialle dai contorni netti, spigolosi e confluenti, con comparsa sulla pagina inferiore di pustoline giallastre che via via imbruniscono con un aspetto polverulento; su rami e germogli provoca invece macchie larghe, bollose di colore giallo-rossastro
  • Virus
Mal della striscia - causa strisce giallastre sinuose sulla lamina fogliare, provoca frequentemente anche una maculatura clorotica irregolare o uno scolorimento dei tessuti clorenchimatici adiacenti alle nervature

La prima moglie di Napoleone I, Giuseppina Beauharnais, aveva un imponente collezione di rose provenienti da tutta l'Europa nei 1762 ettari nel Castello di Malmaison.